Un grande numero di donne condannate a morte nel Medioevo erano guaritrici. Oggi sono considerate, da vari studiosi, le prime mediche e anatomiste nonchè farmacologhe, per la coltivazione, raccolta e trasformazione di piante officinali. Infatti si occupavano, oltre che del lavoro di cura, anche della composizione di unguenti, tisane, vini medici e polveri. Per questa ragione erano conosciute nella comunità come donne sapienti, la cui sapienza veniva tramandata da madre in figlia.
La gente considerava questa conoscenza un tipo di magia. Usavano analgesici, calmanti e medicine digestive, così come altri preparati per diminuire i dolori del parto. Erano esperte anche in veleni (la parola farmaco deriva dal greco φαρμακον, pharmakon, che vuol dire “rimedio, medicina”, ma anche “veleno”) e sapevano utilizzare in giusta dose anche piante tossiche come per esempio la Belladonna, utilizzata per fermare le contrazioni uterine in caso di minaccia di aborto, la Digitale, conosciuta come la pianta miracolosa per le vie coronariche, l’Aconito, per i dolori ai denti e il Giusquiamo, per la cura dell’asma e riparatore del sistema nervoso.
Lo stesso Paracelso, considerato il padre della medicina moderna, affermò che tutto quello che sapeva lo aveva imparato dalle streghe/guaritici.
Ad oggi esistono ancora, e sono persone che amano la Natura e rispettandola cercano di sfruttarne l’essenza, studiandone la vita, i significati e il suo prezioso supporto.
Le chiamiamo naturopati, erboristi e terapeuti olistici.