Belladonna

ATROPA BELLADONNA

Pianta perenne dal fusto ramificato, forma un denso cespuglio sostenuto da una grossa radice conica. Il fusto porta  foglie alterne e lanceolate.

Le preparazioni galeniche ottenute dall’industria farmaceutica, estratti e tinture, così come gli alcaloidi isolati, rilassano le contrazioni dei muscoli lisci, riducono i dolori delle coliche urinarie, della cistifellea e alleviano gli attacchi d’asma.

Si impiegano inoltre per ridurre la sudorazione notturna di persone affette da tubercolosi. L’effetto di mitridatismo dell’atropina si applica per gli esami oftalmologici.

Per la sua elevata tossicità è un’erba poco usata. Tutte le parti della pianta sono velenose e si sente spesso di morti dovute all’ ingestione accidentale di Belladonna.

Nel passato veniva adoperata per favorire le protezioni astrali e per ottenere visioni profetiche. Ma poiché oggi sono disponibili alternative valide a questa pianta, è sicuramente meglio evitarne l’uso.

TRADIZIONE MAGICA

La Belladonna come il Giusquiamo e lo Stramonio sono gli ingredienti principali dell’ unguento delle streghe i cui principi tossici penetrano nell’organismo attraverso i pori della pelle e provocano un sonno profondo con sensazioni di irresistibili corse sfrenate in aria e danze frenetiche.

La Atropa Belladonna prende il nome da una delle Parche, Atropo, anche dette Erinni, coloro che dispensavano vita e morte, tagliando i fili della vita umana.

Il termine Belladonna invece deriva dal fatto che le nobildonne veneziane usavano mettere qualche goccia di decotto di belladonna negli occhi, in questo modo avveniva una dilatazione della pupilla che rendeva lo sguardo languido e gli occhi più luminosi e seducenti. Ancora oggi l’atropina, un alcaloide derivato dalla atropa belladonna, viene usato in oculistica per osservare il fondo oculare per altri esami.

Era utilizzata spesso dalle donne per difendersi da uomini violenti, o semplicemente per liberarsi da mariti fastidiosi: una goccia nel vino o nella birra tutti i giorni, causava, dopo circa un anno, una morte insospetta, in quanto i sintomi erano simili all’infarto.

Questa pianta è mortale, basta ingerire una manciata di bacche per cadere in coma.

Erboristeria

Digitale – Digitalis Purpurea Mortale

La Digitale è una purpurea pianta erbacea biennale dal fusto eretto sormontato da un bellissimo grappolo di fiori viola. Esclusivamente durante il primo anno si forma una rosetta fogliata mentre nel secondo germoglia lo stelo sormontato da un’infiorescenza. Cresce nelle foreste europee ma anche nelle radure, specialmente nelle zone montuose. La produzione deve essere trattata […]

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Erboristeria

Rosmarino – Rosmarinus officinalis

Il Rosmarino è un alberello sempreverde dalle foglie rigide lineari, sulle punte delle parti erbacee superiori dei suoi rami spuntano fiori bluastri. Si riconosce da una certa distanza per il suo odore penetrante. Le sue qualità aromatiche e medicinali sono state sfruttate sin dall’antichità. Le foglie di Rosmarino fanno parte della composizione di numerosi prodotti […]

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Erboristeria

Ortica – Urtica dioica

L’Ortica è una pianta erbacea perenne dalla radice ramificata, dai fusti eretti, con foglie ovate opposte a due a due. L’ intera pianta è ricoperta di piccoli peli urticanti che si aprono e riversano il loro contenuto sulla pelle, questi peli contengono acido formico e resina istamina. Questi componenti sono la causa delle vesciche pruriginose […]

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