Luglio è il settimo mese dell’anno secondo il calendario gregoriano, conta 31 giorni e si colloca nella seconda metà di un anno civile.
Il nome deriva da Giulio Cesare, nato attorno al 12 oppure il 13, a seconda delle fonti. In precedenza, nel calendario romano di Romolo, era il quinto mese e aveva il nome di Quintile (quintilis), nome latino del numero cinque. Venne poi cambiato in iulius per ordine di Marco Antonio.
Nel mese in cui la Natura dona frutta e la maturazione del sacro grano, l’uomo antico ingraziava le divinità con rituali di riconoscenza, ancora percepibili oggigiorno.
Luglio è il mese in cui l’estate si manifesta in maniera prorompente.
Sin dall’antichità, questo mese che segna il momento del raccolto del grano, cereale di prima importanza per il nostro sostentamento ancora oggi, era legato al culto della fertilità della terra. Questo culto ricordava alle popolazioni l’importanza della ciclicità della vita…. era legato ai misteri di vita, morte e rinascita.
Dall’inizio dell’estate, ossia dal solstizio, la natura è da sempre considerata in festa.
È il tempo in cui tutti i frutti della terra maturano, compreso il grano che viene mietuto all’inizio della stagione. Questo genere di lavoro agricolo che porta cibo e approvvigionamento in alcuni casi per l’intero anno successivo, è impregnato di sacralità e conseguenti riti di cui si ha traccia in tutte le popolazioni antiche.
Si tratta di rituali agricoli dedicati alla Grande Madre: la Cerere romana, Cibale del medioriente, Iside egizia, si trasformano, con l’avvento del cristianesimo, nella celebrazione della Madonna del Carmine, che cade proprio il 16 luglio.
Strettamente legata a questo giorno è la “festa dei noantri” a Roma, che si svolge tradizionalmente nel quartiere Trastevere, e si apre e si chiude con la processione della Madonna per le vie caratteristiche del quartiere.
Luglio è Il Mese Legato A Saturno, Il Grande Mietitore Di Campi E Di Anime.
Saturno, il grande mietitore di campi e di anime, rivela attraverso i segreti del Tempo il miracolo della vita grazie alla morte che diventa preludio di rinascita, ecco perché una parte del raccolto era dedicato alla dea madre che poi avrebbe assicurato in futuro un buon raccolto: il frutto del passato diventava il seme del futuro per permettere alla vita di continuare il suo corso.